San Fele si è trasformato, per la prima volta, in capitale del cinema internazionale, ospitando la quinta edizione del prestigioso Basilicata International Film Festival (BIFF), svoltosi dal 10 al 12 ottobre 2024.
Speciale BIFF a cura di MediaVox Magazine
Questo piccolo borgo lucano ha accolto, con una grazia senza tempo, l’universo della settima arte grazie alla visione ispirata del regista Alberto Nigro, che ne ha curato con passione la direzione artistica, rendendo il Festival un punto d’incontro essenziale per cinefili e addetti ai lavori. L’evento ha raccolto un’enorme partecipazione, con ben 470 proposte provenienti da 32 Paesi, segno di un fascino in ascesa che ha consolidato il BIFF come luogo di dialogo culturale e confronto artistico. Nelle ore pomeridiane, le opere selezionate hanno illuminato lo schermo, invitando il pubblico a immergersi in narrazioni che trascendono confini e culture. Ogni proiezione ha rivelato, in un’atmosfera intima e suggestiva, le storie di popoli lontani, accomunati dal linguaggio universale del cinema.Con una dedizione instancabile al cinema d’autore, Nigro ha trasformato il BIFF in un’eccellenza, uno spazio per il cinema di qualità e per la scoperta di nuovi linguaggi visivi.
«Ogni edizione rappresenta un’opportunità per raccontare storie che parlano a tutti e creano ponti tra locale e universale», ha dichiarato Nigro, introducendo il tema dell’edizione: Radici e Orizzonti. Un tema che, attraverso immagini e parole, ha saputo evocare il legame profondo tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione. Sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e del Giffoni Film Festival, il BIFF ha acquisito una rilevanza ancora più marcata, celebrando l’arte cinematografica in un contesto internazionale.
Il sindaco Donato Sperduto ha espresso orgoglio per questa prestigiosa collaborazione, dichiarando: «Il nostro borgo è diventato un crocevia di culture, unite dalla potenza del cinema».
Tra i protagonisti di questa edizione vi è stato l’attore Giorgio Gobbi, celebre per aver lavorato accanto a leggende del calibro di Alberto Sordi, portando con sé una presenza carismatica e ricca di esperienza. Altrettanto atteso è stato Totò Cascio, l’iconico bambino di Nuovo Cinema Paradiso, simbolo di una pellicola che ha segnato la storia del cinema. Questi grandi interpreti, con il loro talento e la loro storia, hanno rappresentato un filo che ha legato il passato glorioso del cinema italiano alle promesse del futuro. Accanto a loro, l’attrice Anna Rita Del Piano ha portato un tocco di eleganza e versatilità, incarnando con naturalezza il legame tra cinema e commedia. Anche il mondo del teatro ha trovato la sua voce nel festival, grazie a Nicola Pistoia, mentre Elisabetta Pellini ha affascinato il pubblico con la sua sensibilità e versatilità, ben nota agli amanti delle fiction italiane. Ad arricchire l’evento con un ulteriore tocco di prestigio sono stati gli ospiti Jacopo Gubitosi, figura di spicco del Giffoni Film Festival, e Mario Esposito, Direttore Generale del Premio Penisola Sorrentina, noto per il suo instancabile impegno nella promozione del cinema e della cultura.
Il BIFF non si è limitato a essere una celebrazione passiva; ha offerto un’occasione di crescita e apprendimento, arricchita da masterclass e workshop condotti da registi, attori e critici cinematografici.
San Fele, dunque, si è animata per tre giorni intensi, diventando il palcoscenico di incontri, scambi e approfondimenti, dove le nuove tendenze della settima arte hanno preso vita tra le sue strade antiche.In questo scenario incantevole, il BIFF ha dimostrato che il cinema non è solo intrattenimento, ma un viaggio nell’anima umana, capace di unire storie e sogni, radici e orizzonti. Così, San Fele ha vissuto giorni di grande arte e ispirazione, scrivendo una nuova pagina nella storia del cinema internazionale.
MediaVox Magazine ha avuto il piacere di intervistare Alberto Nigro, anima e mente dietro questo straordinario evento. Attraverso le sue parole e le sue idee, abbiamo potuto scoprire l’essenza di un Festival nato per abbracciare grandi orizzonti e per celebrare il potere del cinema come ponte tra mondi e visioni diverse.
L’INTERVISTA
Come è nata l’idea di trasformare il borgo di San Fele in un punto di riferimento per il cinema internazionale?
L’idea di trasformare San Fele in un punto di riferimento per il cinema internazionale nasce dal desiderio di valorizzare le bellezze naturali e culturali della Basilicata. San Fele, con la sua autenticità, i paesaggi suggestivi e un’atmosfera ricca di storia, si è rivelato il luogo perfetto per ispirare racconti cinematografici. Il Festival è nato con una visione chiara: unire arte e territorio per creare un ponte tra le tradizioni locali e il cinema internazionale. L’obiettivo è stato fin da subito duplice: attirare registi e artisti da tutto il mondo e coinvolgere la comunità locale, offrendo nuove opportunità culturali ed economiche. San Fele è stato scelto proprio per la sua capacità di evocare emozioni attraverso i suoi luoghi unici, come le cascate e le piazze storiche, diventando così un palcoscenico naturale per raccontare storie universali. Il progetto è un atto d’amore verso una terra che ha ancora tanto da offrire, trasformandola in un punto di incontro tra radici e innovazione.
Quali sfide ha dovuto affrontare il Basilicata International Film Festival per crescere fino a questa quinta edizione?
Il Basilicata International Film Festival ha affrontato diverse sfide per affermarsi a livello internazionale. All’inizio, guadagnare visibilità e credibilità è stato difficile: attirare l’attenzione di artisti e media in una regione meno conosciuta rispetto ad altre ha richiesto impegno e strategie mirate. Organizzare un evento in un piccolo borgo come San Fele ha comportato anche sfide logistiche, come creare spazi adeguati per le proiezioni, ospitare gli artisti e accogliere il pubblico. Inoltre, il reperimento di fondi è stato un aspetto cruciale: è stato necessario convincere sponsor e istituzioni del potenziale del Festival per la cultura e il turismo locale. Coinvolgere la comunità è stata un’altra tappa fondamentale. Superare eventuali resistenze e dimostrare i benefici dell’evento sul territorio ha richiesto dialogo e impegno. Nonostante la competizione con molti altri festival cinematografici, il BIFF è riuscito a distinguersi puntando su qualità, identità e legame con il territorio.
Che cosa significa per lei il tema “Radici e Orizzonti” e come si è tradotto nelle opere selezionate?
“Radici e Orizzonti” rappresenta l’equilibrio tra ciò che ci lega al passato e la spinta verso il futuro. Le radici richiamano l’identità, le tradizioni e la memoria collettiva, mentre gli orizzonti simboleggiano l’esplorazione, il cambiamento e l’innovazione. Questo tema incarna lo spirito del Festival, che valorizza il legame con la Basilicata aprendo le porte al panorama internazionale. I film selezionati hanno raccontato storie di identità culturale, vita rurale e migrazione, mostrando realtà intime ma universali. Alcune opere hanno reinterpretato tradizioni e memoria con linguaggi moderni, dimostrando che le radici non sono statiche, ma possono ispirare nuove prospettive. Gli orizzonti, invece, si sono tradotti in storie di sfide globali, come i cambiamenti climatici o il confronto tra culture, sempre con una forte connessione all’esperienza personale.
Qual è stata la reazione del pubblico e degli ospiti internazionali a questa cornice lucana così unica?
La reazione è stata entusiastica. Pubblico e ospiti internazionali sono rimasti colpiti dall’autenticità e dalla bellezza di San Fele. Il borgo ha offerto un’atmosfera intima e unica, dove ogni angolo racconta una storia, rendendo il Festival un’esperienza immersiva tra arte, cultura e natura. Gli spettatori locali hanno espresso grande orgoglio nel vedere la loro terra protagonista di un evento internazionale, mentre i visitatori hanno scoperto una Basilicata autentica e ispiratrice. Registi e artisti, invece, sono stati affascinati dalla magia del luogo, percependolo come una vera musa per futuri progetti cinematografici. L’organizzazione, che ha saputo unire tradizione e innovazione, è stata ampiamente apprezzata, confermando San Fele come una cornice ideale per celebrare il cinema.
In che modo il BIFF contribuisce a promuovere il dialogo tra cinema e cultura, e quali prospettive vede per le prossime edizioni?
Il BIFF unisce cinema e cultura raccontando la Basilicata attraverso storie che esplorano temi locali e universali, come migrazione, memoria e innovazione. Le proiezioni sono arricchite da incontri, workshop e masterclass, creando uno scambio continuo tra artisti e pubblico. Il Festival coinvolge anche la comunità locale, rendendola parte attiva dell’evento e favorendo una maggiore consapevolezza del valore del territorio. Per il futuro, il BIFF punta a crescere come punto di riferimento internazionale, attirando sempre più talenti e produzioni. Le prossime edizioni potrebbero integrare tecnologie innovative, come realtà virtuale e cinema immersivo, e promuovere la sostenibilità, valorizzando il legame tra arte e ambiente. C’è grande potenziale per rafforzare il legame tra cinema e turismo, con esperienze che uniscano cultura e scoperta del territorio. Il BIFF continuerà a essere un laboratorio di idee e un modello di dialogo tra tradizione e innovazione.
Quanto è importante il team per lei?
Un elemento fondamentale per il successo del Basilicata International Film Festival è stato il clima di amicizia e collaborazione che si è creato tra tutti i componenti della nostra squadra: voglio ringraziare tutti. Un prezioso contributo è stato quello di Gerardo Carlucci, Direttore Esecutivo del Festival, che ha curato in modo impeccabile tutta la parte espositiva e interna dell’organizzazione. Grazie alla sua visione e attenzione ai dettagli, gli spazi dedicati all’evento sono stati progettati per garantire un’esperienza immersiva, funzionale e accogliente per ospiti, partecipanti e pubblico. Inoltre, Gerardo si è occupato della gestione delle accommodation, assicurando un’accoglienza di alto livello che ha lasciato un’impressione positiva su tutti gli ospiti. La sua dedizione è stata un pilastro del Festival, contribuendo a rendere unica questa celebrazione del cinema in Basilicata. Voglio ricordare che a presentare la serata è stata Gherarda Cerone, nota per il suo stile elegante e la capacità di coinvolgere il pubblico con naturalezza e professionalità.