Lunedì 1 agosto 2016, nel paese delle Cascate lucane, San Fele, è stato presentato il romanzo fantasy “Alya ‘Dorth” (editrice GDS) della giovanissima Giulia Rucci. Erano presenti il prof. Pinuccio Pasculli, ex docente di Lingua e Civiltà inglese c/o I.T.C Gasparrini di San Fele, che ha introdotto la scrittrice, il relatore dr. Mario Sicolo, direttore del mensile “Da Bitonto”, il dr. Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia alla Regione Puglia, la fumettista Marina Mundo, il sottoscritto, nella veste di critico letterario, e Fernanda Ruggiero, presidentessa dell’associazione “La strada dei fiori”, organizzatrice di eventi.
La manifestazione è stata inserita all’interno della tradizionale festa annuale dell’emigrante, dedicata ai Lucani sparsi per il mondo. Ha fatto gli onori di casa la dr.ssa Raffaella Carlucci, assessore alla cultura del Comune di San Fele, che si è detta onorata di ospitare persone da ogni parte del mondo, per due manifestazioni che aggiungono sicuramente visibilità e prestigio al piccolo centro del Vulture-Melfese che ha dato i natali a San Giustino De Jacobis, il più illustre personaggio sanfelese, emigrato per missione in terra d’Africa.
L’apertura dei lavori è stata scandita dalla presentazione del libro “Alya ‘Dorth” di Giulia Rucci, edito da GDS Milano, 2015, in vendita anche su Amazon). Dopo la relazione del dr. Mario Sicolo, che ha evidenziato le qualità umane e letterarie della giovanissima autrice, compiendo una perfetta esegesi del testo, soffermandosi sull’aspetto filologico, è intervenuto il sottoscritto che ha tessuto le lodi della scrittrice affermando, tra l’altro, che : << (…) questo romanzo è un prodotto editoriale fuori dal comune per tipologia e contenuti. Da una ragazza così giovane, nativa digitale, dovrebbe essere più facile attendersi cose frivole compatibili con la sua giovane età; invece, siamo di fronte ad un piccolo mostro, ma non nel senso dell’accezione classica, riconducibile ai suoi strani personaggi di fantasia descritti con icastica precisione, in questo romanzo di formazione. No, Giulia è un mostro di bravura. Infatti, a diciannove anni non ancora compiuti, è già riuscita a concepire e partorire un romanzo con una trama complessa, ma allo stesso tempo avvincente, coinvolgente e intrigante. Contrariamente a ciò che succede con altri romanzi, con Alya ‘Dorth il lettore non corre mai il rischio di annoiarsi, tanta è la tensione emotiva che il testo, scritto in un registro linguistico medio-alto, riesce a suscitare e mantenere in tutte le 270 pagine che compongono i 29 capitoli. Questo romanzo con chiaro imprinting nordico, in senso mitologico, oltre che storico-geografico, si caratterizza per il forte transfert che riesce ad esercitare verso il lettore. Giulia Rucci, forte di una grande preparazione linguistica (massimo punteggio all’esame di maturità), con questo bel romanzo, personificando animali ritenuti pericolosi e repellenti dall’opinione pubblica, ha compiuto un’encomiabile opera di umanizzazione del mondo animale, troppo spesso maltrattato, trucidato oppure semplicemente sacrificato ai bisogni effimeri dell’uomo contemporaneo, schiavo delle mode e delle false apparenze. (…) Se volete saperne di più, leggete il libro, in vendita a 14,90 euro. Non ve ne pentirete.>>
Cambiando tema della serata, ad aprire il breve seminario sul mondo dell’emigrazione, sono subito stati divulgati filmati e documenti scritti sulla figura di Pietro Cristiano, emigrato sanfelese in Belgio, oggetto di studio da parte di cultori di storia dell’emigrazione. In questo caso, la Regione Basilicata era rappresentata dagli esponenti politici: Francesco Mollica, Luigi Scaglione e Aurelio Pace. Le slides proiettate sullo schermo sono state commentate dalla prof.ssa Concetta Cirigliano Perna, docente a Sidney (Australia), che, tra l’altro, ha svelato anche alcuni aspetti socio-economici poco conosciuti della realtà australiana, in questo caso, in rapporto al fenomeno immigratorio.
Joe Di Giacomo, storico rappresentante dei Sanfelesi in Australia, dal canto suo, ha raccontato con cognizione di causa la sua esperienza personale, facendo un flashback al suo approdo nella terra dei canguri, all’età di 15 anni. Il sig. Giuseppe Ticchio, rappresentante dei Sanfelesi in Svizzera, ha letto il suo curriculum vitae e il dr. Orazio Muccia ha tracciato il profilo umano di Pietro Cristiano, suo zio, minatore e sindacalista, emigrato in Belgio all’epoca degli accordi europei sullo scambio carbone/uomini per le miniere, fino all’ecatombe di Marcinelle (oltre 260 morti, di cui più della metà italiani).
Last but not least, in un suo breve, ma pregnante intervento, la sindachessa di Rapone, ing. Felicetta Lorenzo, in rappresentanza dell’ANCI di Basilicata, ha lucidamente esposto e sottolineato l’esigenza improcrastinabile di creare le condizioni in patria per poter ricevere chi, per qualsiasi motivo, ritorna definitivamente dal luogo di emigrazione. Finalmente un pensiero nobile e una degna conclusione di una giornata in cui, per motivi non dipendenti dagli organizzatori, lo scenario di Pierno è stato sostituito con l’angusta aula consiliare del Comune, sovrapponendo cose diverse in una Mischung, una commistione tra argomenti che, forse, non ha giovato ai due eventi, nonostante la buona presenza di pubblico.
Prof. Domenico Calderone