“Contro il logorio della vita moderna, amaro Cynar…” recitava un famoso spot della nota marca di “bevanda dopo-pasto”. Così, lo scorso fine settimana, altro che centro commerciale e aperitivo in centro, ma 2 giorni con la mia ragazza dedicati alla natura e all’attività all’aria aperta: sabato trekking sul monte Pierno e domenica in canoa sul lago grande di Monticchio.
SABATO: partenza da Atella in auto, zaino con acqua e panini, superato il piccolo centro di Pierno con il suo grazioso e riflessivo Santuario Mariano, percorriamo la strada provinciale “bosco della pietra” fino all’area attrezzata per pic nic a circa 1.200 metri sul livello del mare dove parcheggiamo la macchina. Cominciamo la scalata: la parte iniziale è caratterizzata da un bosco fitto dove il sole entra con difficoltà e l’ombra la fa da padrona. Nel bosco ci sono dei sentieri “naturali” segnati dal passaggio di animali, selvatici e non, e da altri trekkers che agevolano la salita a monte. Il sottobosco è ricchissimo di piante basse, foglie e rami spezzati. Superata la quota di 1300 m s.l.m. il bosco si fa meno fitto e il sentiero si biforca: da una parte si continua all’ombra delle piante, dall’altra si segue su un versante della montagna scoperto di piante, roccioso e con un panorama largo, aperto, mozzafiato. Di qui la valle, le strade, le case assumono un aspetto surreale, da videogame. Proseguendo oltre la punta più alta di circa 1320 m s.l.m. e raggiungendo un versante del monte che da a Nord, si scorge tutta la valle di Vitalba, il centro abitato di Atella, di Rionero e sullo sfondo l’elegante sagoma del monte Vulture.
Il percorso non è particolarmente impegnativo, praticabile anche da principianti e non allenati, indispensabile abbigliamento e calzature adatte, tempo di andata e ritorno no stop 2 ore.
Distanza coperta: 5.82 km. Il workout con i grafici e il tracciato su mappa di sports tracker è qui.
DOMENICA: i laghi di Monticchio si raggiungono in 15 minuti di macchina da Atella, in più il tempo per raggiungere il molo d’ingresso sul lago grande, approntare la canoa e i remi, indossare i giubbotti di salvataggio e giù in acqua…Appena “si mette piede” nel lago si ha come l’impressione di essere percorsi da una scossa elettrica: alla vista appare in tutto il suo splendore quello che la natura ha saputo donarci all’interno ed intorno ai 2 crateri spenti. Peccato che l’uomo non abbia saputo riconoscerlo, custodire, mettere a valore. Il giro completo del lago, comprese la scoperta delle piccole insenature presenti, si completa in poco più di un’oretta, ma è d’estremo interesse ripercorrerlo altre volte soffermandosi sui particolari, sui padroni di casa (cigni, anatre ed altri “pennuti”…), sulla vegetazione che avvolge lo specchio d’acqua… Fermarsi in mezzo al lago ed osservare da un altro punto di vista la badia di San Michele perfettamente incastonata nelle dorsali del monte Vulture che disegnano morbide curve.
Distanza coperta: 3.75 km. Il workout con i grafici e il tracciato su mappa di sports tracker è qui.
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