Cari amici lettori,
sanfele.net da anni promuove e valorizza l’immagine e la cultura del nostro paese, mettendo in risalto tramite diversi canali quali “gallerie, informazioni e video” tutto quello che di bello il nostro territorio riesce ad esternare. Valorizzare un territorio è un conto, ma dare risalto alle personalità del paese che si distinguono, è un compito molto più complicato.
Nel 2011 la nostra redazione in occasione dei dieci anni dalla nascita del sito, decise di dare un riconoscimento al giornalista scrittore Giovanni Fasanella, perché la sua personalità risaltava in maniera talmente eclatante da far sì che la maggior parte dei nostri utenti accogliesse in maniera molto positiva la nostra decisione. Oggi Giovanni Fasanella continua la sua opera con lo stesso impegno e con la stessa professionalità di allora.
A distanza di due anni dall’ultimo riconoscimento, siamo riusciti a filtrare in maniera indiscutibile un nuovo talento di origine sanfelese, che si distingue maniera così imponente da non poter far finta di non averlo notato.
Il nostro personaggio meritevole di elogi questa volta è una ragazza, un personaggio dinamico, simpatico e soprattutto all’avanguardia, ecco la sua storia:
Sono nata il primo aprile del 1978 a Ravensburg, la città dei giochi, in Germania, dove i miei genitori hanno lavorato per undici anni, nel periodo delle grandi migrazioni. Mi sono trasferita a Empoli, in provincia di Firenze, dall’età di un anno. Credo che le mie prime parole siano state in italiano, ma non ne sono sicurissima. Di certo c’è che l’infermiera tedesca, appena sono nata, abbia esclamato: “Ah, Mädel Spitz”! Tradotto: bambina/volpina, ok, forse bambina nata con camicia, perché pare fossi avvolta da uno strano strato di sostanza bianca non meglio identificata. C’è anche chi sostiene che in quegli anni ci sia stato uno strano avvistamento di Ufo nei cieli della Germania, ma qui mi pare si sfori nella leggenda. In realtà, le mie origini sono molto concrete. I miei nonni e anche i miei genitori vengono da San Fele, un piccolo paese prevalentemente agricolo, che si staglia orgoglioso nel cielo a nord ovest di Potenza. Io ho sempre vissuto in Toscana, almeno fino all’anno scorso, quando mi sono trasferita a Milano per lavoro.
Ecco perchè abbiamo scelto Marisa Marraffino:
Avvocato e giornalista pubblicista. Ha un dottorato di ricerca in diritto e procedura penale conseguito all’ Università di Firenze. Ha lavorato alla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo. Attualmente lavora in uno studio legale a Milano e collabora con la sezione legale del Sole24Ore, ha collaborato con Il Tirreno, La Nazione, il Corriere Fiorentino. Si è occupata di cyber crime e delle prime querele legate all’utilizzo dei social network. Tiene lezioni al Master in Comunicazione, marketing digitale e pubblicità interattiva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. “Come non perdere il lavoro, la faccia e l’amore al tempo di Facebook” è il suo primo libro che, a pochi mesi dalla sua uscita, ha già riscosso un notevole successo di pubblico, essendo il primo volume in Italia a trattare casi giudiziari reali legati a un utilizzo improprio della creatura di Zuckerberg. Il volume è stato presentato a Milano, a Roma, nelle scuole in Toscana, davanti ai giudici di pace e anche alla banca del tempo centrale del capoluogo lombardo, dando vita ogni volta a dibattiti e discussioni sui temi della privacy e delle violazioni delle leggi che regolano la rete. Dall’uscita del libro ad oggi, i casi legati ad un utilizzo scorretto di facebook si sono moltiplicati, coinvolgendo sempre più spesso minorenni. Le prime querele legate a facebook furono presentate proprio in toscana circa due anni fa. Nel libro la prima storia racconta le vicende reali di una studentessa toscana nei guai penali proprio per aver creato un gruppo diffamatorio contro una bidella della propria scuola. Da qui l’idea di parlare di facebook proprio ai diretti interessati.
Marisa ha presentato il suo libro alle trarmissioni RAI di Uno Mattina e Mattina in Famiglia
L’autrice ha in programma altri incontri, sempre con i ragazzi, ma anche con i genitori, responsabili sempre più spesso di lasciare i figli da soli davanti al pc. In questi casi la legge non perdona: a pagare i danni in sede civile, se gli autori sono minorenni, sono proprio i genitori per non aver vigilato sulla condotta dei figli. Durante le presentazioni, viene proiettato un vademecum per muoversi in sicurezza nella rete. Poche regole, utili e sintetiche, per evitare guai davanti al pc. Un volume di cui si sentiva la mancanza, reso ancora più dinamico e partecipativo dalla giovane età dell’autrice che dichiara apertamente di avere un profilo attivo su facebook e di amare tutte le piattaforme virtuali che, se usate con prudenza, rappresentano una delle forma di comunicazione più innovative degli ultimi dieci anni.
E’ possibile acquistare il libro “Come non perdere il lavoro la faccia e il lavoro al tempo di Facebook” direttamente dal sito dell’editore Cantagalli:
[ http://www.edizionicantagalli.com/catalogo_nuovo/index.html ]
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Ecco la risposta di Marisa in seguito alla nostra richiesta di consenso per la pubblicazione della sua storia:
Cari Alberto e Gerardo,
vi ringrazio tantissimo per il vostro interesse e per la vostra mail. Sarà un onore per me fare parte del vostro sito. Adesso vivo e lavoro a Milano, ma porto sempre nel cuore i valori che mi hanno tramandato i miei genitori e, prima di loro, i miei nonni, che vengono proprio da quel paese arroccato sulla montagna in cui tutto sembra più genuino e più vero, in cui le persone ti sorridono per strada e ti invitano ad entrare nelle loro case anche se ti conoscono appena. A San Fele ho passato tutte le estati della mia infanzia e, quando posso, ci torno ancora. Sono grata a Milano per le occasioni, per il lavoro e per le mille opportunità che mi offre, ma sono felice che le mie origini siano proprio a San Fele. Sto scrivendo un libro proprio su questo, sulle strade che si percorrono nella vita e sui mille insegnamenti di mia nonna, delle parole che mi diceva da bambina e che mi porto ancora dentro. Sull’importanza di credere sempre nelle persone, di avere fiducia negli altri ad ogni costo. Tutto questo credo e spero di averlo imparato dalla mia famiglia e da quelle strade ciottolose in cui se cadi trovi sempre qualcuno pronto a risollevarti. Per questo mi ha fatto molto piacere leggere la vostra mail. Mia mamma mi chiede se la suocera di Alberto si chiama Giuseppina. Il bello di San Fele è che alla fine siamo tutti un po’ parenti!
Per chi non la conoscesse, questa è la mia terra d’origine e ringrazio Nigro Alberto per la bella mail e per avermi fatto conoscere il sito. Per tenerlo aggiornato, chiamate nonna Rosa, la parte “extra news” la riempie in un attimo 🙂 Evviva San Fele!