Rielaborando in chiave fotografica e in maniera forse un po’ blasfema, ciò che Oscar Wilde diceva dei libri nella prefazione del suo capolavoro, intitolato “Il ritratto di Dorian Gray”, volevo parlarvi, a nome di tutti i partecipanti del corso di fotografia organizzato dalla Pro Loco di Ruvo del Monte, di quanto bello sia stato seguire le lezioni del Prof. Alberto Nigro.
Il tutto ha inizio in un tranquillo giovedì pomeriggio di metà ottobre. C’è chi si conosce da una vita, chi conosce l’altro perché l’ha visto da qualche parte e chi invece, pur vivendo in paesi vicini, non si è mai incontrato. La voce che a Ruvo si sarebbe tenuto un corso di fotografia è giunta, per fortuna, anche nei paesi limitrofi.
Giuliana, Nicola e Vito scendono da Rapone, Giuseppe e Mirella da San Fele, Filomena e Gerardina salgono daAtella e infine Annalisa, Caterina, Marika, Marilisa, Pietro e Simone che giocano in casa. 13 studenti sotto la sapiente guida del Prof, Alberto Nigro, proveniente, anche lui, dalla vicina San Fele.
La voglia di imparare ci contraddistingue subito. Facciamo amicizia, ci conosciamo, instauriamo rapporti, ma soprattutto, come detto, impariamo. Impariamo cos’è il diaframma, a “maneggiare” il tempo e ad impostare l’ISO. Diventiamo padroni della nostra macchina fotografica che non useremo più in automatico, ma in manuale.
Il Castello di Ruvo, il Lago Grande di Monticchio, il Monte Fieno, Pozzo di Nitti e la stazione ferroviaria di San Tommaso del Piano diventano i nostri “campi di battaglia”. Ci sporchiamo di fango, scaliamo cime, camminiamo dove un tempo passavano treni, tutto questo solo per passione e divertimento.
La domenica mattina è il nostro momento. Mentre gli altri, giustamente, riposano dopo le fatiche della settimana, noi, come una banda allo sbaraglio, usciamo con le nostre fedelissime reflex al collo. Qualcuno ci guarda in maniera perplessa, ma che volete farci, noi siamo mossi dalla passione e nessuna scusa può fermarci.
Il tempo passa, impariamo sempre più. Il bilanciamento del bianco non è più un problema e senza accorgercene siamo arrivati già a dicembre, quasi a Natale. Mancano ormai poche lezioni. Gerardina ci ospita nella splendida cornice della sua Antica Abbazia, mangiamo e beviamo divinamente. L’esposimetro di qualcuno sale un po’, ma ci sta che sia così vista la qualità del locale in cui ci troviamo.
Impariamo anche come “fotografare i fantasmi”. Noi allievi abbiamo seguito attentamente il Professor Alberto e abbiamo imparato ad usare con dimestichezza le nostre mirrorless. Non siamo più tanto incapaci ormai. Saremmo in grado di fotografarvi la Via Lattea se voleste. Abbiamo imparato le basi delle fotografia e di questo siamo felici.
Ringraziamo Alberto per la disponibilità e la pazienza riservateci durante il corso e, allo stesso tempo, ringraziamo sentitamente anche la Pro Loco di Ruvo del Monte che ci ha dato la possibilità di apprendere una materia così bella a pochi passi da casa.
Ritornando a quanto detto in apertura possiamo pertanto, in conclusione, aggiungere che è vero: “non esistono foto belle o foto brutte” (il concetto di bellezza, in fondo, è soggettivo), ma esistono solamente foto fatte bene e foto fatte male. E di foto fatte bene, perdonate la presunzione, noi ora ce ne intendiamo.
Nicola Patrissi