Antica e pittoresca cittadina situata su due collinette ai piedi dello sprone detto “Cugno di Atella”. Le sue origini risalgono al 1152, quando il suo territorio apparteneva come casale al vescovo di Rapolla col nome di SANTA MARIA di RIVO NIGRO. Nel 1316, in seguito al bando di Giovanni D’Angiò conte di Gravina, che accordava agevolazioni fiscali per la costruzione di Atella, gli abitanti di RIONERO, abbandonarono il loro casale e presero parte alla costruzione del paesedue anni dopo l’emigrazione, il vescovo Bernardo chiese ed ottenne da Roberto D’Angiò il permesso per ripopolare il casale, ricostruendolo presso la chiesa di Sant’Antonio Abate. Il tentativo fu inutile, il casale cominciò a ripopolarsi solo nel 1533, in seguito all’insediamento di contadini albanesi, provenienti da Melfi che introdussero nel paese il rito greco-ortodosso abolito poi nel 1627 dal vescovo di Melfi, Diodato Scaglia, che obbligò l’osservanza del rito latino. Il paese gravemente danneggiato dal terremoto del 1694, venne ricostruito successivamente dalla famiglia Caracciolo di Torella. Nel 1799, RIONERO partecipò attivamente ai moti repubblicani. Il paese è noto anche per il famoso incontro tra Ludovico d’Armagnac e Gonzalo Fernandez de Cordoba, comandanti, degli eserciti di Francia e di Spagna. L’incontro, per la spartizione delle terre italiche, avvenne il 1° aprile del 1502. Interessanti nel paese sono alcuni palazzi settecenteschi tra cui palazzo Granata, palazzo Pierro e palazzo Fortunato che oggi è sede della biblioteca, nella quale sono conservati volumi di storia locale ed una raccolta di vasi. Di grande interesse artistico è la chiesa Madre con facciata in stile barocco, costruita nel 1763 e dove nel cui interno sono conservati intagli lignei settecenteschi, altari in marmi policromi ed una tela raffigurante la Madonna col Bambino. Alla periferia del paese è situata la chiesa di Sant’Antonio Abate, eretta probabilmente dai Benedettini, nel cui interno sono conservati tele del settecento di scuola napoletana tra cui un quadro raffigurante una “Adultera” del pittore pugliese Tito ed un epigrafe che ricorda il famoso incontro tra Ludovico d’Armagnac e Ponzalo Fernandez. Interessante è anche la chiesa del Santissimo Sacramento, nel cui interno è conservata una tela del XVI sec. Proveniente dalla scuola del De Mura. RIONERO IN VULTURE è noto per essere stato il paese natio di Giustino Fortunato, scrittore e parlamentare che si occupò della “questione meridionale”, al quale è dedicata la piazza del paese. Altro noto personaggio, fu Carmine Donatelli Crocco, che dopo aver disertato l’esercito borbonico, ricercato dal governo, divenne il capo del brigantaggio lucano per difendere l’Unità d’Italia. Nel paese caratteristici sono i riti della Settimana Santa, durante i quali ai personaggi dei vangeli si uniscono personaggi di tradizioni profane di cui uno tipico è quello della zingara. Nei dintorni del paese, percorrendo i fitti boschi ricchi di vegetazione, si giunge al “Pizzuto San Michele”, vetta del monte Vulture, che offre una vista panoramica del territorio circostante finanche al Gargano e al Tavoliere delle Puglie. Interessante e suggestivo è ripercorrere i cosiddetti “sentieri dei briganti”, utilizzati durante le loro lotte per difendere e sottrarre la povera gente dalla oppressione dei galantuomini . il territorio di RIONERO IN VULTURE è ricco di sorgenti di acque minerali e di aree viticole per la produzione del vino Aglianico DOC.